Nel precedente articolo abbiamo visto come durante il processo di invecchiamento aumentino tre ormoni pro-infiammatori, ovvero: eicosanoidi, insulina e cortisolo.
Il ruolo dell’alimentazione e della giusta attività fisica è fondamentale nella regolazione di questi ormoni. Oggi parleremo brevemente dell’insulina.
L’insulina è l’ormone che, regolando la concentrazione della glicemia, permette l’adeguata distribuzione di glucosio nelle cellule tissutali. L’eccesso di glucosio sarà accumulato, sotto forma di trigliceridi, nel tessuto adiposo. L’alimentazione squilibrata verso i carboidrati crea iperproduzione di insulina che, a sua volta, può aumentare appetito e l’accumulo di grasso. L’aumento della produzione insulinica avviene per perdita della sua efficacia causando una maggiore insensibilità dei muscoli che causerà accumulo di glucosio nel tessuto adiposo e conseguente aumento di grasso corporeo oltre che aumentato rischio di andare incontro a patologie quali diabete di tipo due. Questo fenomeno lo definiamo: resistenza insulinica. Aumentando la secrezione di insulina aumenteremo anche la produzione di acido arachidonico, starter dell’infiammazione silente.
Per queste ragione risulta fondamentale regolare l’alimentazione e l’attività fisica seguendo la circadianicità ormonale. Infatti non bisogna assolutamente mantenere l’insulina “costante” ma, semplicemente, rispettare la fisiologia degli ormoni.
In questo modo sarà più semplice ed efficace dimagrire/non ingrassare e diminuire l’attività pro-infiammatoria ottenendo come beneficio il rallentamento dei processi di invecchiamento.
“Se solo Apollo facesse pace con Dionisio”