La fatica muscolare è conseguenza della riduzione o della scomparsa delle sostanze che costituiscono i depositi energetici, creatinfosfato e glicogeno, contenuti nei muscoli e dipende anche dall’accumulo di acido lattico. L’aumento di acido lattico porta ad acidosi con conseguente inibizione di alcuni enzimi fondamentali nella demolizione del glicogeno e l’aumento del potassio extracellulare rende i muscoli non eccitabili. Quindi quando i meccanismi responsabili della resintesi di energia (ATP) non riescono a mantenerla a livelli ottimali mettono in atto situazioni che non permettono di proseguire lo sforzo in maniera volontaria. Durante uno sforzo d’intensità massimale accade che il calcio non rientri più nei tubuli diminuendo il rilasciamento muscolare e quindi la contrazione successiva. Il potassio tende ad uscire dalle fibre abbassando il potenziale d’azione e quindi l’ingresso del calcio. L’aumento della concentrazione di fosfati (a causa della scissione di ATP in ADP) inibisce l’accoppiamento eccitazione-contrazione. Da ricordare che la cellula muscolare ha riserve limitate di ATP (circa 2,5 g/kg di muscolo) e che il nostro corpo ha comunque a disposizione sistemi energetici che gli permettono di risintetizzare continuamente ATP.
“Se solo Apollo facesse pace con Dionisio”